Il museo fu costruito dall’architetto Ezio Cerpi tra il 1912 e il 1914 a forma di tempio romano di stile ionico e conserva reperti di Fiesole e del suo territorio e donazioni private, tra cui la collezione Costantini di greco, magno-greco ed etrusco e il Collezione Albites, con preziose sculture romane. Tra i reperti provenienti da Fiesole e dal territorio vi è un frammento di una statua in bronzo forse di una lupa capitolina datata tra epoca etrusca e il primo secolo a.C., stele “Fiesola” in arenaria di epoca arcaica etrusca e cineraria urne etrusche (su uno di essi è raffigurato in bassorilievo il tema del Cinghiale di Meleagro), bronzi votivi, ceramiche etrusche e romane, lampade in terracotta e bronzo e altri oggetti di epoca etrusca e romana.
Situato in una posizione di straordinario interesse sia per la sua storia che per il paesaggio, il Museo Archeologico conserva i tesori storici di Fiesole, mostrando ai visitatori tutte le culture che hanno vissuto nel territorio, dal periodo villanoviano a quello etrusco e dai romani ai longobardi. Particolare attenzione è rivolta al periodo della raccolta di oggetti antichi che ha portato importanti manufatti a Fiesole (una tappa del grande tour).
Il primo museo è stato istituito grazie alle scoperte fatte durante gli scavi nell’area del teatro romano e alle donazioni fatte da cittadini privati; nel 1878 fu inaugurato il piccolo museo civico all’interno di alcune sale del Municipio in Piazza Mino. Nel 1914 quel piccolo museo era come un “magazzino disordinato” e nello stesso anno la collezione archeologica fu trasferita in un nuovo edificio progettato dall’architetto Ezio Cerpi. Il nuovo Museo, situato all’interno dell’area archeologica (molto vicino al Teatro Romano), ha caratteristiche neoclassiche e riproduce un tempio ionico. La collezione archeologica è stata organizzata in base al diverso luogo di origine degli oggetti, come un museo della città.
Durante gli scavi dell’area archeologica e della città, la collezione del Museo aumentò e fu necessaria una ristrutturazione (1954). Circa 30 anni dopo, nel 1981, una nuova cornice ampliava e modernizzava il Museo Archeologico, grazie alle gallerie su cui era collocata la sezione antica; lo spazio al piano inferiore, invece, era dedicato alla sezione topografica.
Nel 1987 il professor Alfiero Costantini donò al Museo alcune bellissime ceramiche provenienti dalla Grecia, dalla Magna Grecia e dal territorio romano: la Collezione Costantini era situata in un edificio separato, che fu unito al Museo nel 1997 quando fu aperto un passaggio sotterraneo per collegare il due lati e creare un unico itinerario per le visite.
Al momento i visitatori, entrando dall’area archeologica, possono seguire un itinerario su più livelli:
Piano terra:
La prima, la seconda e la terza sala sono dedicate al territorio di Fiesole (ceramica villanoviana, manufatti etruschi e romani in bronzo e pietra) e agli oggetti rinvenuti durante gli scavi. Parte di una leonessa di bronzo nel mezzo della Sala 3 è di particolare importanza. La piccola sala 4, invece, conserva alcuni manufatti della collezione del primo museo e prepara i visitatori per la sezione antica al piano superiore.
Gallerie:
i visitatori possono osservare la sezione antica, composta dalla Collezione Costantini, dal bucchero etrusco (tipica ceramica etrusca), dalla collezione di monete e dalle sculture, principalmente di Roma.
Passaggio sotterraneo e il nuovo lato:
Questi sono dedicati alla sezione lombarda (periodo medievale). Alcune pietre sepolcrali, rinvenute nell’area archeologica e nella città, sono ricostruite in queste stanze e molti oggetti contenuti nei luoghi di sepoltura sono mostrati nei loro luoghi originali.
Area archeologica di Fiesole
Gli scavi nell’area archeologica di Fiesole includono un teatro romano, terme, un tempio etrusco-romano e un museo archeologico. Si trovano tra via Duprè, via delle Mura Etrusche e via Bandini. Contiene reperti dal III secolo a.C. al II secolo d.C.
Nel 1809, il barone prussiano Friedman Schellersheim fu il primo a far eseguire scavi in una fattoria, chiamata Buche delle Fate, dove trovò rovine romane. Fece ricerche fino al 1814, quindi i lavori furono sospesi e ripresi più tardi nel 1870. Il Comune nel 1873 acquistò il terreno dove proseguirono gli scavi e nel 1878 fu istituito un primo museo nel palazzo Pretorio con il materiale che venne alla luce. Il direttore degli scavi nominato dal comune fu il professor Demostene Macci, che mantenne l’incarico fino al 1910.
Nella spianata degli scavi c’era l’antico foro di Faesulae, nella valle tra le colline di San Francesco e Sant’Apollinare.
Teatro Romano
Il teatro fu costruito secondo i modelli greci (ovvero sfrutta la pendenza naturale del terreno, scavato per fare i passi della cavea) e fu costruito ai tempi di Silla e abbellito da Claudio e Settimio Severo. Quello di Fiesole è ancora considerato uno dei più antichi teatri romani esistenti (il primo nacque a Roma solo all’inizio del II secolo a.C.). Fu eretto verso la fine del I secolo a.C., probabilmente negli ultimi venti anni (quando l’era repubblicana stava già finendo), ma subì numerosi restauri e abbellimenti nel tempo (specialmente sotto l’Impero). Come struttura è molto vicino al modello teatrale greco (non a caso poggia su un pendio naturale), anche se ci sono già molti elementi di distacco dalla tradizione ellenica. Ad esempio, l’orchestra, che ha dimensioni molto inferiori a quelle dei teatri greci (il che è giustificato dal fatto che nelle tragedie greche è stata data molta importanza al coro). Altre differenze fondamentali ed evidenti rispetto alla tradizione precedente.
La cavea ha un diametro di 34 m. Il livello superiore viene distrutto, mentre quelli inferiori sono ben conservati. Nel teatro, sotto, c’erano tre ordini distinti di sedili e diciannove livelli divisi da cinque scale (oggi solo dieci); da un lato i gradini sono scavati nel masso e dall’altro, dove c’è anche il pozzo, poggiano su volte sostenute da pareti concentriche. In cima alla scalinata c’erano le logge chiamate tribunalia, per i personaggi più eminenti. Il teatro poteva contenere circa tremila persone. La scena principale era costituita da una loggia a due piani che fu distrutta, di cui rimangono solo le basi che mostrano le tre porte riservate agli attori. Due ali coperte (le versurae) incorniciavano lateralmente la scena e conducevano a un portico ad est dietro la scena (di cui rimangono nove pilastri) e ai magazzini ad ovest, usati per costumi e materiale scenico. L’orchestra era originariamente pavimentata con mosaici policromi e fu conclusa da un proscenio. Ai livelli, all’orchestra e alla scena si accedeva dai propilei, che avevano mensole per i palchi e erano adornati con colonne scanalate. Il teatro è ancora utilizzato in estate per spettacoli di opere liriche dell’estate di Fiesole.
Il recupero
Per la costruzione, i romani sfruttarono maggiormente il pendio naturale della terra, secondo il modello della tradizione greca. Tuttavia, dove la depressione era troppo elevata, furono costruiti archi innovativi, in grado di sostenere il peso dei livelli rimanenti. Questi archi, situati ad est e ad ovest dell’edificio, furono i primi resti che furono trovati nel Medioevo (gli abitanti del luogo li ribattezzarono volgarmente “Buche delle Fate”). Tuttavia, lo scopritore ufficiale del teatro è da considerarsi l’archeologo prussiano Friedman Schellershein, che nell’anno 1809 decise di intraprendere scavi per “rendere questo meraviglioso documento storico alla città di Faesule”.
Sfortunatamente Schellershein, appena recuperato dal sito alcuni oggetti di relativo valore economico, lo ha chiuso pochi mesi dopo la sua apertura. Questo è il motivo principale per cui, fino al 1814, il teatro fu vergognosamente usato come cava per la pietra (non era nemmeno la prima volta nella sua storia; in effetti sembra che già intorno all’anno 1000 alcune sue pietre fossero state utilizzate da nientemeno che per la costruzione del Duomo). Quindi, per limitare la distruzione, dal 1815 il Capitolo fiorentino decise di nuovo di rendere l’area coltivabile, coprendo completamente il teatro di terra.
Fortunatamente, dopo il trasferimento della capitale a Firenze nel 1864 (con un conseguente aumento di fondi e investitori nella città dei gigli), i territori di Fiesole divennero fiorentini. Fu in quegli anni che il Capitolo decise di riprendere gli scavi, che tuttavia furono nuovamente interrotti, poiché il professor Migliarini, direttore delle Gallerie fiorentine e stimata autorità cittadina, giudicò il teatro di scarso interesse culturale (all’epoca, infatti, , ha dato un valore reale storico solo alle opere etrusche). Tuttavia nel 1870, con la confisca dei beni ecclesiastici da parte dello stato, la terra del teatro tornò prima alla proprietà statale e poi, poco tempo dopo, fu acquistata dal Comune di Fiesole, che decise di dare una svolta al scavi. In effetti, nel 1873,
In ogni caso, all’epoca c’erano molte feroci critiche nei confronti del Comune. La maggior parte dei critici ha criticato l’istituzione municipale per aver effettuato un restauro troppo pesante sul teatro, che aveva distorto l’essenza dell’edificio. Altre critiche erano dovute al fatto che l’amministrazione aveva assunto la forza lavoro degli agricoltori locali per il resto, il tutto a scapito della qualità del lavoro.
Negli anni ’50 e ’60 gli ultimi furono realizzati sulle pareti, consolidando i bagni termali e il tempio. Dal 2004 al 2006, i gradini del teatro e il proscenio sono stati consolidati e restaurati.
A partire dal 2016, sono stati soggetti a degrado e urgenti restauri nelle aree del pool di calidarium, laconicum e labrum e nel teatro all’interno del pulpito, della cavea e della cripta.
Terme
Dietro al teatro ci sono le rovine delle terme, costruite al tempo di Silla (I secolo a.C.), restaurate e ampliate al tempo di Adriano. Furono “scoperti” nel 1891, quando fu finalmente possibile dare una funzione ai tre archi che sono sempre stati visibili: costituivano la terrazza della spa verso la valle.
Le terme si trovano lungo le pareti e sono costituite dalle tre sale classiche del calidarium, tepidarium e frigidarium, oltre ad altre piscine e sale. Una piscina rettangolare e due bacini (uno dei quali immerso) servivano per i bagni pubblici e sul fondo sono state trovate molte anfore, utilizzate per purificare l’acqua, raccogliendo le impurità che andavano a fondo.
Vi sono i resti di locali per il riscaldamento dell’acqua e la produzione di vapore che, tramite tubi di piombo o di terracotta, è stato distribuito nei vari locali. Nel calidarium, caratterizzato dal pavimento del cocciopesto, fu inviata acqua bollente, nel tepidarium (costituito da tre vasche) fu raccolta acqua tiepida e infine fu introdotta acqua fredda nel frigidarium; il frigidarium è diviso da una struttura ad arco (ricostruita), una delle quali ha una forma semicircolare e si trova accanto alle latrine. Forse c’era anche un criptoportico che separava i carri armati. Alcune strutture sono state ricostruite a seguito degli scavi.
Tempio
Il tempio etrusco-romano fu costruito tra la seconda metà del IV secolo a.C. e il II secolo a.C., sebbene l’area fosse utilizzata per rituali sacri almeno dal VII secolo a.C., e fu scavata all’inizio del XX secolo. Molto probabilmente era l’antico Capitolium fiesolano.
La cella è la parte più antica ed è divisa in tre parti: questo suggerisce che il tempio era dedicato a Giove, Giunone e Minerva (quest’ultima attribuzione quasi certa come suggerirebbe un bronzo ellenistico raffigurante un gufo trovato nelle vicinanze e ora nel museo). Di fronte al tempio è decorato un piccolo altare in pietra arenaria decorato (IV secolo a.C. – III secolo a.C.). In epoca repubblicana il tempio fu ricostruito, sollevato e ampliato sia sulle ali che sul fronte, riutilizzando in parte le pareti dell’edificio precedente. La scala, ben conservata, ha sette gradini e raggiunge lo stilobateon che sorgeva sulle colonne del portico, sormontato dal frontone del tempio. La parte più lunga dello stilobato suggerisce che il portico collegava il tempio al Collegio.
Sulla sinistra puoi vedere le basi delle tre colonne rimanenti del portico che circondava la cella. Tra queste rovine sono state rinvenute monete in bronzo e argento (III secolo a.C. – X secolo). In questo luogo, inoltre, sono stati rinvenuti i resti di un barbarico luogo di sepoltura di epoca longobarda (VII – VIII secolo), costruito su un’area della cella e sui resti di un tempio cristiano, costruito sui resti di quello pagano intorno il terzo secolo.
Musei di Fiesole
I Musei di Fiesole sono costituiti dall’Area Archeologica, in cui si trovano i resti dell’antico teatro, dei templi e dei templi etruschi e romani, dal Museo Archeologico, che contiene reperti provenienti da Fiesole etrusca, romana e longobarda oltre che importanti collezioni di ceramiche e dal Museo Bandini che ospita la collezione della Canon Bandini in cui sono esposti dipinti e terracotta dal Medioevo al Rinascimento.