Il Museo Bagatti Valsecchi è una casa museo storica nel quartiere Montenapoleone del centro di Milano, nel nord Italia.
Le collezioni permanenti del Museo Bagatti Valsecchi contengono principalmente arti decorative del Rinascimento italiano (come maioliche, mobili, arazzi, metalli, cuoio, vetro e preziosi scrigni da tavolo in avorio, o “stucco e pastiglia”), alcune sculture (tra cui una Madonna e la lunetta del Bambino di un seguace di Donatello), e molti dipinti. Armi del Rinascimento europeo, armature, orologi e alcuni tessuti e strumenti scientifici e musicali completano la collezione assemblata dai baroni Bagatti Valsecchi, e mostrata nella loro casa, secondo i loro desideri.
Storia
Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi, di Varedo, hanno concepito insieme il progetto di costruire una casa in cui vivere ispirata ai palazzi nobiliari dei secoli XVI e XVI della Lombardia e arredarla con oggetti d’arte del Rinascimento. A tal fine, il palazzo della famiglia milanese (attuale sede del Museo) fu ampliato alla fine del XIX secolo.
L’unicità del progetto dei fratelli Bagatti Valsecchi è stata quella di creare un insieme assolutamente armonioso (in tedesco, un “Gesamtwerk”), in cui l’edificio, le decorazioni fisse e i preziosi oggetti d’arte raccolti con passione hanno contribuito ugualmente alla fedeltà del Rinascimento impostazione ancora essenziale per le collezioni (tra cui, ad esempio, opere di Giovanni Bellini, Gentile Bellini, Giampietrino e Lorenzo di Niccolò).
La cultura ottocentesca che si riflette nella casa di Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi si è impegnata a cercare ispirazione per le sue manifestazioni artistiche in passato. I due fratelli, tuttavia, partendo dai sentieri battuti, non combinavano idee tratte da epoche diverse. Piuttosto che verso l’eclettismo, hanno diretto le loro preferenze a suggestioni e oggetti del Rinascimento, in linea con il programma culturale lanciato dalla giovane monarchia sabauda dopo l’Unità d’Italia.
Descrizione
Il Museo Bagatti Valsecchi, aperto al pubblico dal 1994, è uno dei musei-casa più importanti e meglio conservati d’Europa. Tenerlo è una fondazione privata, promossa dagli eredi Bagatti Valsecchi nel 1974 per mostrare le collezioni pubbliche di arte rinascimentale e oggetti decorativi neorinascimentali e rinascimentali raccolti negli ultimi decenni del XIX secolo dai fratelli Fausto e Giuseppe per arricchire il loro la propria casa. È aperto da martedì a domenica dalle 13 alle 17.55.
Per ogni stanza del Museo, i visitatori vengono accolti con moduli mobili dettagliati scritti in italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo e giapponese e cartine per bambini per consentire loro di seguire un percorso storico-artistico imparando giocando. È possibile prenotare escursioni accompagnate da guide qualificate per bambini in italiano e per adulti in italiano, inglese, francese, tedesco e spagnolo.
Il Museo Bagatti Valsecchi è gestito dalla Fondazione Bagatti Valsecchi – ONLUS, ente di diritto privato di cui Pier Fausto Bagatti Valsecchi è presidente e che vede anche Vittorio Sgarbi tra i membri del Consiglio di Amministrazione, in rappresentanza della Regione Lombardia.
Da un sogno condiviso alla Fondazione Bagatti Valsecchi
Il Museo Bagatti Valsecchi è una casa museo, frutto di una straordinaria storia da collezionista della fine del XIX secolo, i cui protagonisti sono due fratelli: i baroni Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi.
A partire dal 1880, i due fratelli si dedicarono alla ristrutturazione della casa di famiglia situata nel cuore di Milano: un edificio tra Via Gesù e Via Santo Spirito, oggi al centro del quadrilatero della moda. Allo stesso tempo, i due fratelli iniziarono a collezionare arte applicata e artefatti del XIV e XVI secolo con l’intenzione di installarli nella loro casa in modo da creare una casa ispirata alle case longobarde del XVI secolo. Continua
Un progetto incredibilmente attuale, dovuto anche al desiderio dei fratelli di concentrare nella propria casa tutto ciò che potrebbe essere futuristico nel mondo del tempo – riscaldamento, acqua corrente e luce elettrica – e farlo incontrare con la massima raffinatezza.
Dopo la morte di Fausto e Giuseppe, la casa dei Bagatti Valsecchi continuò ad essere abitata dagli eredi fino al 1974, anno in cui fu istituita la Fondazione Bagatti Valsecchi, a cui fu donato il patrimonio di opere d’arte raccolte dai due fratelli. Venti anni dopo, nel 1994, il Museo Bagatti Valsecchi ha aperto al pubblico, una delle migliori case museo conservate in Europa e una delle prime grandi espressioni del design milanese.
Fausto e Giuseppe, la strana coppia
Fausto e Giuseppe si sono impegnati personalmente nel restyling del Palazzo ispirato al Rinascimento: laureati in giurisprudenza, non hanno mai utilizzato i loro titoli di studio per scopi professionali, ma dedicano tempo e risorse alla ristrutturazione della casa di famiglia, alla decorazione e alla collezione di opere di arte intesa per questo.
La predilezione per quell’epoca era inoltre in linea con il programma culturale lanciato dalla monarchia sabauda dopo l’unità d’Italia; fu proprio nel Rinascimento che venne identificato il momento di cercare la costruzione di una nuova arte nazionale, un ingrediente indispensabile per il consolidamento di quella identità comune che è ancora troppo debole.
Uniti e affiatati, i due avevano in realtà personalità molto diverse: brillante e mondano Fausto, più riservato e più incline alla calma domestica Giuseppe. Fu proprio a quest’ultimo che sarebbe stato necessario dare continuità alla famiglia grazie ai cinque figli nati dal suo matrimonio con Carolina Borromeo, celebrata nel 1882.
Se così tante energie sono state rivolte alla preparazione dell’abitazione tra via Gesù e via Santo Spirito, per il resto la loro esistenza è passata tra le attività ei soliti doveri ai gentiluomini del loro grado e del loro tempo. Per l’amministrazione dei loro beni, hanno aderito all’impegno di numerose istituzioni caritative, partecipazione alla vivace vita cittadina, viaggi in Italia e all’estero, la pratica di equitazione e altre curiose passioni sportive, come le ascese in mongolfiera e il velocipede.
Dopo la morte di Fausto e Giuseppe, la casa dei Bagatti Valsecchi continuò ad essere abitata dai loro eredi fino al 1974, quando l’ormai settantenne Pasino, uno dei figli di Giuseppe, decise di fondare la Fondazione Bagatti Valsecchi, alla quale donò il patrimonio delle opere d’arte raccolte dai suoi antenati.
Collezione
Giuseppe Bagatti Valsecchi ha rivisto la ricchezza tipologica delle opere d’arte e dei manufatti raccolti insieme al fratello Fausto, motivandone la varietà in virtù del taglio domestico del loro progetto di collezionismo per ricreare una residenza rinascimentale. In questo contesto, gli stessi antichi artefatti raccolti dalla passione dei due fratelli diventano oggetti di uso quotidiano, usati nella vita domestica e quotidiana, perdendo la connotazione dell’oggetto storico.
Conservate nel rispetto dell’ambiente ottocentesco, le collezioni si svolgono da una stanza all’altra: nelle stanze avvolgenti della casa museo gli antichi tavoli di autori come Giovanni Bellini, Bernardo Zenale e Giampietrino trovano posto accanto a scatole in tavoletta , con arredi in legno, in vetro o manufatti in ceramica. Al di là del suo valore intrinseco, ogni opera costituisce un pezzo del coerente progetto di Bagatti Valsecchi e contribuisce a definire insieme il suo spettacolare.
Accanto ai manufatti del Quattro-Cinquecento, ci sono alcune eccezioni alla regola: esenzioni forse imposte dai limiti del mercato antiquario o forse, nel caso di artefatti particolarmente pregiati, dal desiderio comprensibile di non privarsi delle opere che sarebbe stato ben figurato all’interno della casa di Bagatti Valsecchi.
Dipinti
Con poche eccezioni, la collezione di dipinti di Bagatti Valsecchi è composta da opere su legno del XVI e XVI secolo, principalmente riferite al toscano, al lombardo e, in misura minore, al Veneto. I sontuosi allestimenti domestici compongono opere di grandi autori – il più famoso dei quali è senza dubbio la Santa Giustina di Giovanni Bellini – a dipinti di maestri minori, talvolta riferibili a zone isolate come la zona lariana o le valli bergamasche. Le cornici neo-rinascimentali sono in grado di armonizzare le opere allestite nelle stanze e trasformare le porte dei polittici smembrati – una tipologia ben rappresentata nella collezione – in dipinti che possono essere goduti da soli, attenuando l’identità dello scomparto già inserito in un lavoro più articolato.
Scultura
I rilievi murati nei cortili del Palazzo o inseriti come arredi fissi all’interno dell’abitazione costituiscono il nucleo più importante di questa collezione. Nonostante il piccolo gruppo di opere, non mancano artefatti problematici sia dal punto di vista attributivo che dalla loro definizione cronologica. Il grado di consapevolezza dei due fratelli Bagatti Valsecchi per quanto riguarda le opere di cui è ancora evidente la realizzazione ottocentesca, come nel caso della Flagellazione di Cristo di Alceo Dossena.
Mobilia
La ricca collezione di arredi è una componente fondamentale della collezione Bagatti Valsecchi e del progetto abitativo. Senza alcun pignoramento i due fratelli fiancheggiano le ricostituzioni con frammenti antichi o mobili d’epoca con arredi quattro-cinquecenteschi, creando un ambiente in cui l’effetto complessivo è più importante e convincente dell’originalità del pezzo unico.
Gioielleria
Questo centro di raccolta è composto da oggetti liturgici e manufatti domestici: croci, reliquiari, vasi eucaristici sono affiancati a scrigni smaltati o antiche posate, che coprono un arco di tempo che va dal Tre al Seicento. L’intento della collezione, che non vuole essere completo né dal punto di vista cronologico né tipologico, è interamente funzionale alla decorazione degli ambienti, in cui i vari manufatti sono sapientemente disposti.
Ceramica
Il nucleo della ceramica di Bagatti Valsecchi è costituito principalmente da reperti del XVI e XVII secolo, anche se non mancano opere successive. Molti centri di produzione sono rappresentati in una sorta di mappatura dei principali produttori italiani: tra gli altri, Venezia, Pavia, Ferrara, Faenza, Pisa, Montelupo, Urbino, Casteldurante, Pesaro, Deruta, Roma, Gerace, Trapani, Burgio. Numerose ceramiche provenivano da kit di antiche farmacie smembrate nel diciannovesimo secolo. Rispetto al carattere italiano della collezione, fa eccezione un’associazione di lustri dal sesto al diciassettesimo secolo, riferibili a Valencia e Manises.
Avorio
La collezione di avori dei fratelli Bagatti Valsecchi, raccogliendo oggetti eterogenei in cronologia, origine e funzione, comprende un nucleo compatto di manufatti riconducibili agli Embriachi, un laboratorio che ha dominato la produzione di oggetti in osso e avorio in Italia tra il 14 ° e il 15 °. secoli. L’intento di Fausto e Giuseppe era soprattutto quello di creare una collezione antiquaria che fosse anche uno strumento per la ricostruzione dell’ambiente.
Strumenti scientifici
All’interno della residenza Bagatti Valsecchi, la collezione di strumenti scientifici è allestita nella Biblioteca, un ambiente di studio e lettura. In questa stanza, sul tavolo centrale sono esposti strumenti di misura, sfere armillari e un microscopio d’avorio, mentre la superba coppia di globi del XVI secolo spicca sul loro piedistallo con stile.
Armi e armature
Questo ricco nucleo di raccolta è interamente allestito nella Galleria delle Armi, un ambiente di grande impatto, dove i manufatti sono disposti su antichi cassettoni mentre le aste dell’asta e le spade fanno bella mostra di sé negli scaffali lungo le pareti. Stile e manufatti originali si affiancano nel nome di uno spettacolare effetto d’insieme.
Bicchiere
In linea con il taglio domestico dello stand Bagatti Valsecchi, la vetreria è allestita nelle vetrine della Sala da pranzo; i manufatti sono disposti a fianco di piatti e alzate in ceramica che creano una partitura densa, dove opere di epoche diverse sono liberamente combinate con efficacia decorativa. Le predilezioni dei due fratelli sono orientate verso la produzione muranese, rappresentata da vetri disposti lungo un ampio arco cronologico, dal quattro al diciannovesimo secolo.